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Shortly about us

Martiria is an epic/doom metal rock band formed back in the '80s and re-founded (after a long pause) in 2002. Seven album published (last one R-Evolution, with ex Black Sabbath Vinny Appice - 2014).

The band was formed back in the '80s. At the beginning the band was very much oriented towards Doom/Metal sounds such as: early Candlemass and Black Sabbath. After releasing just a few demos and featuring various musicians, in 1998 the members of the group decide to take a break for a while in order to experience different projects. (continue)

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Reviews & Interviews
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Album: On the way back ( 2011 )

REVIEW

Date: June '11
Author: Peter Patti
Vote: n/a
Language: Italian
Website: http://topolain.splinder.com
Direct link: click here

a fare la differenza con altri gruppi è l'inventiva: le accelerazioni, gli iati improvvisi, i voli scatenati e scatenanti da uccello di fuoco e gli afflati di nostalgia e dolore somiglianti a sussurri cimiteriali.

On the Way Back, nuovo album della band romana (che si avvale di un membro d'eccezione: Rick Anderson, ex Warlord), promette di sbancare presso gli amici del metal prog e non solo. Il disco è uscito un mesetto fa per l'etichetta bresciana 'My Graveyard Productions'.

Conoscevamo il quartetto già dal tempo di Time of Truth (leggi la recensione di Topolà in) ed è stato atroce dover attendere quasi tre anni per usufruire di una nuova loro opera. (Ma tre anni fu anche il lasso di tempo intercorso tra i due album precedenti.)
La formazione dei Martiria è mutata in una sola posizione: ora c'è Umberto Spiniello alle percussioni. Per il resto, abbiamo il collaudato trio Rick Anderson (vocals), Andy Menario (il fondatore; guitars & keyboards) e Derek Maniscalco (bass).
On the Way Back accentua sicuramente il lato "doom", crepuscolare, della band, e il "Cantico" iniziale evoca appunto i muri umidi e le arcate tetre di un eremo monacale. "Drought", l'aridità , e il successivo "Apocalypse" ci strappano dalla nostra attività da manuense per confrontarci violentemente con una visione né da Oltretomba né fantascientifica, ma ben reale: il pianeta che vediamo morire è il nostro e quegli zombie che invocano aiuto (e fuggono... e poi soccombono)... siamo noi stessi. Nei 6 minuti di "Drought" abbiamo eccelsi assoli supportati dalla meccanica di precisione della pariglia basso+batteria; a tratti più vicino al prog sinfonico invece "Apocalypse": 7 minuti "biblici" che echeggiano le atmosfere di The Age of the Return (2005) e anche dell'opera prima, The Eternal Soul.

Non ci sentiamo di definire il genere della band "Christian Metal", pur se i simboli - e la "mitologia" - spesso corrispondono a quelli del Libro Sacro e pur se in varie interviste Rick Anderson ha rivelato di essere un cristiano "rinato". I temi sono piuttosto un'estrapolazione epico-storica (vedi "Gilgamesh") e perfettamente adeguabili al presente.

Dopo "Song", brano dagli automatismi forse volutamente discordanti, arriva la formidabile e variamente articolata "Ashes to Ashes", che racchiude l'essenza heavy e prog dei Martiria. Numero veramente grandioso. Tale magnificenza si replica nel track n. 6, "The Sower", che inizia con una sorprendente virata sonora per dopo adagiarsi entro i canoni di una cristallina ballata metal; qui, la voce del "seminatore" Anderson abilmente ci sospinge su per pinnacoli vertiginosi e creste di vento e sabbia.
Ora è un procedere sicuro sull'orlo dell'Everest, senza cadute né cedimenti di sorta: "Gilgamesh", "The Slaughter of the Guilties", "You Brought Me Sorrow", "Twenty-Eight Steps" e l'eponimo "On the Way Back" sono gioielli che testimoniano dell'eccezionalità dei Martiria. A parte la tecnica dei musicisti (non solo i colpi d'ascia e i raffinati giochi di corde di Menario, ma anche la sintonia da macchina da cucire di Maniscalco e Spiniello), a fare la differenza con altri gruppi è l'inventiva: le accelerazioni, gli iati improvvisi, i voli scatenati e scatenanti da uccello di fuoco e gli afflati di nostalgia e dolore somiglianti a sussurri cimiteriali. Il tutto basato sui testi color gotico di Marco Capelli. Così, l'ascolto è un'esperienza gratificante che induce alla felice reiterazione.
In particolare l'ultimo brano, lo struggente (acustico) "On the Way Back", è da antologia musicale, al di sopra di ogni genere e catalogazione stilistica.

© Peter Patti

 

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