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Shortly about us
Martiria is an epic/doom metal
rock band formed back in the '80s and re-founded (after
a long pause) in 2002. Seven album published (last one R-Evolution, with ex Black Sabbath Vinny Appice - 2014).
The band was formed back in the '80s. At the beginning the
band was very much oriented towards Doom/Metal sounds such
as: early Candlemass and Black Sabbath. After releasing
just a few demos and featuring various musicians, in 1998
the members of the group decide to take a break for a while
in order to experience different projects. (continue) |
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News and LIVE shows
Uh... it seems we have none planned right
now.
Why
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mrc@martiria.com
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Info
& booking
info@martiria.com
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Reviews & Interviews
Reviews
/ Interviews
Album:
Time of Truth (
2008 )
REVIEW
Date:
December '08
Author:
n/a
Vote:
n/a
Language:
Italian
Website:
http://www.versacrum.com
Direct link: click
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Un’aura misticheggiante adombra le tracce di Time of truth, quasi che il crepuscolo non intenda cedere alla notte incombente, allungando ancora le sue ombre sul campo ove s’è consumata la tragedia della battaglia. I Martiria appongono il terzo sigillo alla loro onorevole carriera, ed ancora una volta è l’epic metal più puro ed incompromesso a levare alto il suo lucente scudo, mentre le schiere si rinserrano a difendere il glorioso stendardo. Ma la musica astera che essi propongono fa da arena per la componente più importante ed inscindibile di questa iniziativa, ovvero i testi. Che mai come in Martiria trovano la loro sublimazione: collocando al centro delle composizioni le parole, attribuendo loro un valore troppe volte altrimenti disconosciuto. Se “The eternal soul” si muoveva principalmente tra i boschi di Britannia e di Gallia, e “The age of the return” cantava il ritorno delle genti d’Israele nella propria terra (non gli unici temi trattati, però, sto solo sunteggiando una materia più articolata), in Time of truth la coppia Menarini/Capelli rilegge il mito di Prometeo e di Ulisse (“Prometeus” e “The storm”), interpreta la vicenda dell’incarcerazione di Giacomo di Molay, ultimo Maestro del Tempio (“13th of October 1303?), fa proprio il gusto della metafora (“Like dinosaurs”, “Your law”), lasciando che sia l’ascoltatore ad decodificare le sue parole. Interpretate magnificamente dalla espressiva voce di Rick Anderson, colui che fu il terzo Damien King dell’epopea Warlord, e da musicisti virtuosi quali Andy Menario (chitarre, tastiere, arrangiamenti), Derek Maniscalco (basso) e Fabrizio La Fauci (batteria), fautori di un sound sobrio, come nella migliore tradizione del genere. Il seminale combo di Tsamis e di Zonder viene omaggiato colla personale versione dell’austera “Soliloquy”, uno dei picchi più intensi di quella breve parabola. Come sempre, l’apporto grafico risulta ben più che un semplice orpello, integrando perfettamente il significato più profondo di questa opera.
©
n/a
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